Questo è il titolo di una poesia del grandissimo Totò.
Anche questa, è di una verità sconcertante....è ambientata in un cimitero e i protagonisti sono due morti che ancora litigano per il rango di appartenenza.
Un marchese è offeso che accanto alla sua tomba decorata, riposino i resti di un umile netturbino, la cui lapide è spoglia.
Da questa vicinanza nasce la discussione tra le due anime; il marchese, vorrebbe cacciare il netturbino in un'altra fossa trattandolo da pezzente, ma il poverino in uno scatto d'orgoglio e difendendo la moglie per quell'infelice scelta di sepoltura, si prende la sua rivincita.
Come a scuoterlo, insulta il marchese per tanta arroganza e lo costringe ad accettare il fatto che sono morti!!!
Non ci sono più né ranghi né privilegi, se in vita la classe sociale, l'albero genealogico etc., contavano, adesso con la morte tutto si azzera, perché la loro condizione richiede serietà, non può essere una pagliacciata al pari dei problemi dei vivi!
Già, i problemi dei vivi...apparire, simulare, mascherare la propria miseria umana...far emergere la facciata bella, vincente, sempre all'altezza, ma poi di ché?!
Premesso che io sono dalla parte del netturbino, voglio dire di non aspettare la fine per avere il coraggio di essere se stessi!
Ognuno ha il diritto di mostrarsi per com'è, fragilità e fallimenti compresi, perché nessuno può essere giudice, tranne noi stessi, che troppe volte siamo condizionati da giudizi pesanti e negativi che attribuiamo ad altri, ma che invece sono solo nella nostra testa.
Allora CORAGGIO, di essere se stessi, di avere idee diverse, di confrontarsi anche aspramente, di non essere parte del gregge...chissà che il tempo non ci dia ragione.
Il netturbino, misero e pezzente, può affrontare l'aldila' in pace, perché non è mai stato nessuno, se non se stesso...
il marchese, poverino, avrà l'eternità per rodersi di non essere titolato anche oltre la morte! Chi dei due riposa in pace?
Io come il netturbino, volo basso, faccio ciò che devo, defilata e senza creare disagio ad altri, ma se vengo stuzzicata, non mi tengo più, sbotto, combatto, difendo le mie ragioni, sempre nel rispetto altrui.
Io non aspetto di riposare in pace...io voglio VIVERE IN PACE!!!
Buona vita, Arianna.
Nessun commento:
Posta un commento